“Non si può pensare un’architettura senza pensare alla gente” diceva Richard Rogers. Nato a Firenze nel 1933 poi trasferitosi a Londra con lo scoppio della guerra, era figlio del cugino dell'architetto italiano Ernesto Nathan Rogers, figura che lo influenzò nella scelta del percorso di studi, poi completato con successo presso l’AA School di Londra e la Yale University di New Haven. Nel 1964 fondò il Team 4 insieme a Su Brumwell, sua ex moglie, e alla coppia Norman Foster e Wendy Cheesman. Il collettivo contribuì alla definizione della nuova corrente High Tech, portata vanti nel 1971 con Renzo Piano in occasione della progettazione del Centre Pompidou. Rogers, l’architetto con le bretelle ed il sorriso sempre smagliante, letteralmente giocava con le strutture come fossero pezzi del Meccano giganti dai vivaci colori pop! È passato dalle cromature del londinese Lloyds Building all’arcobaleno dell’aeroporto di Madrid-Barajas, i cui pilastri biforcuti sorreggono una sinuosa onda in copertura. Tantissimi i riconoscimenti, fra questi il Premio Imperiale, il Leone d'oro e il Premio Pritzker ricevuto nel 2007. La sua recente scomparsa lascia un grande vuoto nel mondo dell’architettura. Ripercorriamo insieme la sua storia e i suoi progetti.
📗 Capitoli
(00:00) L'infanzia e la prima formazione
(02:34) Gli studi all'AA School e l'esperienza americana alla Yale University di New Haven
(03:45) Il Team 4
(07:15) Richard and Su Rogers Architects
(09:16) Piano + Rogers e l'architettura inside-out
(12:32) il Lloyd's Building di Londra e le opere della maturità
(16:35) Rogers uomo: l'impegno politico e sociale
(20:44) Conclusioni
📖 Per approfondire
Un posto per tutti - Richard Rogers edito da Johan & Levi